L’altro giorno sulla strada sterrata verso casa ho notato una pallina rotolare. Due stercorari se…

The Snail Rider
Sottotitolo: i cavalieri del tempo.
Comincio a pensare che quel genio che ha introdotto la relatività fosse di fatto un artista concettuale.
Il tempo e la relatività vanno a braccetto.
Ed è curioso come il tempo sia direttamente connesso alla velocità.
Viviamo una vita sola, intrecciando però una marea di fili che si muovono ciascuno a una velocità tutta sua, facendoci vivere il tempo come un poliedro che crea rifrazioni diverse a seconda della faccia che guardi.
Andiamo per sistemi, come il genio di cui sopra suggerisce.
Partiamo dal mio. Il mio pensiero è un’autostrada senza caselli, percorsa da un razzo targato Lamborghini. Volevo dire Ferrari, ma ho un debole per la Lamborghini; renderebbe melodia anche il passaggio di un razzo supersonico! Un nanosecondo e sono passata. Il mio pensiero è andato.
Le mie mani, che vorrebbero dare concretezza all’inconsistenza del pensiero, sono ancora là. Pronte. Ma ferme. O sembrano tali, diciamo al rallentatore. Il tempo che ho tirato fuori la matita, che ho trovato il foglio, la materia, i colori, il pongo, la padella, la scopa o che ho acceso il computer (o meglio che si è acceso lui), il pensiero ha fatto il giro del pianeta, ha preso la rampa e ha cominciato a navigare per lo spazio intergalattico, passando per Saturno e Plutone e puntando dritto verso l’infinito e oltre.
Tornando sulla terra, io sto bardando la mia lumachina.
Pronta e bellina, ci ho messo le redini e adesso mi metto il caschetto.
Pronti e si parte. Con i miei tempi lenti.
Sì perché io sono come la creta che ho imparato ad amare. Puoi avere tutta la fretta del mondo, e caspita se questo mondo ne ha di fretta (ma dove vuole andare?), ma la creta ha la sua corsia temporale. Prima ancora di cominciare a modellarla devi strapazzarla, prepararla, amalgamare la pasta, devi farti paladina di ogni bolla di ossigeno che prima ancora che la creta prenda una forma sono la minaccia di ogni successo futuro. Poi la modelli, poi la fai asciugare, ma per gradi, mica nuda e cruda, la copri, di tot strati, poi gradualmente la denudi e la ripassi, la lisci, la sistemi, la colori e poi si asciuga del tutto e quando si asciuga, nel giro di qualche settimana, va cotta. E rivestita per renderla impermeabile e ri-cotta.
E solo allora il fuoco ti dirà se hai lavorato bene, se sei salvo da quelle bolle che hanno rallentato l’inizio e la massa informe nelle tue mani, stando in agguato ad ogni passaggio. Se non è esplosa in cottura, perché questo fanno quelle puzzone di bolle che tu non vedi se le trascuri, solo allora puoi stare finalmente tranquillo.
In un’era dove il tutto e subito, possibilmente economico e di altissima qualità, è diventata la moneta con cui minacci il tempo, la creta mi insegna che per ogni cosa c’è il suo.
Possiamo urlare a una pianta “Cresci! Cresci! Su CRESCI!” tuttavia non crescerà all’improvviso perché glielo chiediamo noi, lo farà nei suoi tempi. E darle più acqua pensando che acceleri il processo, potrebbe invece ucciderla. Perché siamo arrivati a voler forzare i frutti del lavoro delle nostre mani? Non è spremendo l’uomo con orari da schiavi, senza pause, mangiando un po’ a caso, tutti i giorni, sempre comunque in salute o in malattia, come macchine, che diventiamo più efficienti. Anzi finiremo per perdere tempo perché arriveremo (o siamo arrivati?) a un punto di esaurimento da cui poi riprendersi è dura.
Il discorso vale per ogni sistema che vogliamo considerare.
Mi viene in mente una bellissima immagine che usa mio marito per aiutarmi a cogliere la differenza di tempi nel cogliere le proprie emozioni. In questa immagine le donne sono come cani a pelo corto, mentre gli uomini cani a pelo lungo. Quando piove chi è che se ne accorge prima?
Pensateci un attimo… chi ha contatto più rapido con le proprie emozioni è chi ha il pelo corto, la sente subito l’acqua sulla pelle. La pioggia deve impregnare bene il pelo lungo prima che arrivi alla pelle. Quando arriva, la consapevolezza è profonda, il peso di ogni ciocca è reale (non so perché ma quando mi cita questa immagine io vedo una cane tipo rasta e l’efficacia per me aumenta). E la cosa meravigliosa è che non c’è un meglio o peggio, un giusto o sbagliato. É solo questione di comprendere e accettare che le nostre velocità sono diverse. Se vogliamo camminare insieme dobbiamo prenderne consapevolezza e imparare a muoverci di conseguenza.
Il camminare! É proprio per la sovrapposizione di tutte queste velocità diverse che ci si perde e si perde l’allineamento con se stessi e quello che ci circonda. Non so voi, ma ogni tanto mi ritrovo in posizione super aerodinamica, con le mie redini in mano e poi sempre sulla lumaca mi ritrovo. Altre volte invece sono aggrappata al razzo senza sapere bene dove sto andando e non riesco a stare dietro a tutto quanto, ma faccio fatica a scendere.
Ecco perché amo camminare, anche perché muovendomi a una velocità che ci appartiene in quanto uomini, un po’ alla volta riallinea tutti i miei fili e con essi le loro velocità. Quelli che vanno più veloci devono rallentare, e quelli lenti hanno spazio di respirare, sovrapponendosi in un’armonia corale che procede tutta insieme.
Pensiamo tanto che le lumachine siano lente, ma tarellano pure loro e, certo, ogni autostrada ha la sua lumachina, diesel o supersonica, per cui anche le distanze sono relative e guardarle con gli occhiali giusti ci permette di valutare ogni corsa con le sue misure adeguate. Distanze, velocità, aspettative, risorse, benzina e ossigeno, vanno bilanciate per ogni sistema. Vediamo di non mischiarli, se no facciamo solo casotto e finiamo per esplodere come una bolla d’aria nel posto sbagliato, con gli effetti collaterali di una supernova in un minuscolo spazio vitale, il nostro.

Crediti immagine in copertina:
Razzo: https://www.turbosquid.com/it/3d-models/3d-model-retro-space-rocket-cartoon-1440665
Galassia di sfondo: https://www.newsweek.com/milky-way-warped-shape-collision-galaxy-1490198
Fuoco: https://imgbin.com/png/kdE356ev/yellow-flame-png
Rasta dog: https://s879.photobucket.com/user/dreadhead1992/media/rastadog.jpg.html
Lumachine: si ringrazia il giardino comune di casa e gli incontri lungo il cammino in Spagna
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