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Riempiamoci gli occhi di meraviglia

L’immagine di copertina l’avevo trovata anni fa e mi è rimasta dentro. Ho cercato per i credits e i creativi creatori li trovate qui: www.imaginismstudios.com

Oltre al potere dei piccoli gesti ci sono altre piccole cose che mi inebriano. Dico piccole non per il valore che hanno, che è variabile e personale, ma per una dimensione visiva che richiede una volontà nostra di vederle.
A volte significa solo fermarsi per accorgercene, a volte bisogna proprio allenare l’occhio, o forse il cuore, a cercarle. A volte bisogna imparare ad ascoltarsi. Tutte cose che in un mondo che corre non ci concediamo necessariamente di fare. E forse in questo momento, per chi come me non è in prima linea a correre per la vita degli altri, ma nelle retrovie fa la sua piccola, di nuovo, parte per evitare di farli correre di più, il rallentare è stata una mossa non cercata, ma che ci sta permettendo di rimettere ordine a tante cose, specie dentro di noi allargandosi a tutta la società e al pianeta.

L’immagine che mi viene per intenderci sul rapporto dimensione-valore è quella del guardare la terra dal satellite e zoomando sempre più ci tuffiamo in uno dei mari, ci immergiamo nell’acqua in una panoramica sempre più stretta, finché lì, attaccata allo scoglio, questa conchiglia dai colori che si confondono bene con il suo intorno, ci fa sbirciare dentro, rivelando una perla. Questa piccola pallina tanto preziosa eppure tanto nascosta.
Sappiamo che c’è, va un po cercata.

Credits in fondo

Tante piccole meraviglie tuttavia ci stanno sotto al naso.
Un paio di estati fa, lavorando sull’isola d’Elba ho avuto l’opportunità di dilettarmi per la prima volta in giardino. Ci passavo ore; il tempo si perde quando sei a contatto con la natura. Estirpando erbacce, per lo più, ho potuto accorgermi di infinite vite che accadono intorno, di miriadi di insetti che vivono indifferenti alle nostre faccende e noi piuttosto ignari delle loro. Ho scoperto famiglie diverse di formiche, cui piacevano cose diverse, si muovevano in territori diversi, in queste file indiane infinite e le ho viste far fuori un pezzo di pomodoro diecimila volte più grande di loro eppure, con un attacco coordinato e costante, quel pomodoro è sparito da dov’era e ha riempito la loro dispensa.

Come quando ero in Spagna, seduta all’aperto con amici. Ricordo l’ape del blu. Si è fatta tutti gli elementi blu che avevamo, dalla cinghia dello zaino alle scarpe, passando per la maglietta, per andarsene delusa dall’artificialità del blu trovato, o forse nemmeno delusa, semplicemente consapevole. Sono creature meravigliose le api, con quel culetto impollinato che esce dai fiori in cui si ficcano. Il microcosmo mi regala tanti sorrisi e non smette mai di sorprendermi.

La meraviglia la si trova anche in posti e momenti inaspettati.
Qualche tempo fa camminavo in una via periferica di Milano che mi sembrava priva di personalità, piena di macchine, senza alberi, solo palazzi residenziali e uffici, di uno stesso monotono grigio. Mi accorgo di due denti di leone e un soffione spuntare vicino a un cartello. Meravigliata da come la natura riesca a trovare il suo spazio anche dove non sembra esserci possibilità, mi sono messa a fotografarli. Ad un certo punto sento una voce sopra di me che mi chiede se è tutto a posto e se la macchina avesse dei problemi. L’auto parcheggiata vicino ai fiori aveva ancora il suo autista, il quale, vedendomi rannicchiata, si era preoccupato. Spiegatogli il mio senso di meraviglia per la natura anche nei posti più inaspettati, si è riempito di stupore anche lui, apprezzando che qualcuno come me se ne accorgesse e si fermasse ad assaporarlo. Il signore, che vive in campagna, mi disse esserne abituato. Buffo come anche l’abitudine possa renderci inermi e ciechi davanti alle piccole meraviglie che ci circordano.

Io rimango estasiata dalla natura e dai fenomeni scientifici. Il mimetismo di un polipo, l’esplosione di una supernova, il foglio che si infila sotto al mobile per le leggi che governano la dinamica dei fluidi, il battito accelerato del mio gatto, il suo nasino sempre in movimento o il modo in cui valuta se saltare o meno, il dilatarsi della pupilla… tutte cose che mi incantano e mi riempiono di meraviglia e fascino. Mi lasciano a bocca aperta, mi tolgono le parole, mi inondano il cuore e l’anima di stupore, ammirazione per le mani divine che ci stanno dietro e non mi stancano mai.

Queste sono alcune delle mie piccole meraviglie. Quali sono le vostre?

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Crediti immagini in ordine di freccia:
Mondo: https://en.wikipedia.org/wiki/Earth#/media/File:The_Earth_seen_from_Apollo_17.jpg
Vista mare: Creta, Grecia, foto mia
Ostriche in acqua: https://www.cbf.org/news-media/newsroom/2019/virginia/unique-technology-gives-underwater-view-of-hampton-roads-oyster-reefs.html
Perla: https://news.fidelityhouse.eu/notizie-curiose/ordina-un-piatto-di-ostriche-da-13euro-ma-allinterno-trova-una-perla-che-ne-vale-piu-di-duemila-385570.html

Ape: https://www.buzznick.com/tired-bees/

Comments (2)

  1. Fede, mi ricordi troppo uno dei racconti della saga di Don Camillo di Giovannino Guareschi, tratto da “Don Camillo e il suo gregge”. Lo scenario è quello dell’esilio nel paese di montagna che è stato imposto a don Camillo dopo che, in un pacato confronto, si era messo a “sventolare panche” addosso ai suoi avversari.

    Tristi, i giorni dell’esilio nel paesucolo in coma al monte. Giorni tutti uguali l’uno all’altro, tanto che non c’era neanche gusto a strappar via, la mattina, il foglietto del calendario, perché era come voltar la pagina d’un libro fatto di fogli bianchi.
    – Gesù – diceva don Camillo al Cristo dell’altar maggiore, – è una malinconia da impazzire: quassù non succede niente!
    – Non capisco, – rispondeva sorridendo il Cristo crocifisso: – ogni mattina il sole nasce e ogni sera tramonta, vedi miliardi di stelle ruotare sul tuo capo ogni notte, l’erba spunta nei prati, il tempo continua il suo giro, Dio è presente e si manifesta ad ogni istante e in ogni dove. Mi pare che succedano molte cose, don Camillo! Mi pare che succedano le cose più importanti.

    Ecco: il tuo post è come se seguisse l’invito del Cristo di Guareschi ad approfittare del tempo che ci viene imposto per osservare l’intorno, invece di rincorrere il distante alla ricerca dell’evento.
    Ottima idea. Bella lì 🙂

    1. Wow che collegamento stupendo!!! Grazie!!! Sorrido, mentre ascolto le parole del Cristo a don Camillo. Quanto è vero. E mi ci ritrovo, hai colto in pieno lo spirito che impregna ogni mio piccolo wow davanti a ogni più minuscola cosa! Qualcuno disse che vediamo le cose in base agli occhiali che decidiamo di indossare… sono come dei filtri… forse il bello, è in quanto occhiali possiamo cambiarli ogni giorno. La meraviglia che ci permettono di scovare, però, ci resta dentro e illumina tutte le stanze che abbiamo dentro!!!! 🙂

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